I climatizzatori senza unità esterna, vantaggi e svantaggi
Molto spesso nelle abitazioni ci si pone il problema del riscaldamento e della climatizzazione estiva, laddove non sono presenti impianti centralizzati, tramite l’installazione dei classici condizionatori da ambiente.
Nel tempo si è passati dai condizionatori a finestra, ingombranti e rumorosi, ai climatizzatori portatili, ai moderni condizionatori “splittati”, costituiti da un’unità da porre all’aperto, e da una o più unità da porre all’interno dei locali da climatizzare.
Le unità esterne ed interne sono collegate fra loro tramite due piccole tubazioni in rame isolate dove circola un fluido frigogeno.
Il sistema si completa con una tubazione in materiale plastico, che scarica le condense delle unità interne in fase di raffrescamento, o direttamente all’esterno dell’abitazione o in un sistema di acque chiare come ad esempio i tubi pluviali.
Questo sistema può porre delle problematiche legate alla collocazione delle unità esterne, laddove l’abitazione non abbia disponibili delle resedi esterne come marciapiedi o terrazzi o tetti, o non si abbia la possibilità di staffarla direttamente in facciata.
Questa problematica è molto frequente nei centri storici, specialmente se vincolati dal punto di vista paesaggistico, ed allora un climatizzatore senza unità esterna può fare al caso nostro.
DIFFERENZA FRA IMPIANTO SPLITTATA E UN IMPIANTO MONOBLOCCO
Rispetto alle caratteristiche descritte sopra, per il sistemi splittati, non occorrerà trovare una collocazione all’unità esterna, che nel secondo caso non esiste, e di conseguenza non andranno posate le tubazioni di collegamento in rame.
Occorrerà in entrambi i casi predisporre le tubazioni di scarico condensa.
Nei sistemi monoblocco dovremo installare l’unità su un muro esterno e praticarvi due fori della dimensione di circa 160 mm.
DIMENSIONI E PRESTAZIONI
La gamma disponibile sul mercato dei sistemi monoblocco è naturalmente molto inferiore a quella dei sistemi splittati, e le potenze disponibili non sono superiori ai 3 kW, che però di solito sono sufficienti per le normali stanze di un’abitazione.
La collocazione delle unità monoblocco, come dicevamo, è su una parete esterna in prossimità del pavimento.
nei sistemi splittati possiamo collocare le unità interne su qualsiasi parete, là dove possiamo arrivare con le tubazioni di collegamento, anche in prossimità del soffitto, o anche in posizione orizzontale.
Presente per entrambe le soluzioni la tecnologia inverter per la riduzione dei consumi, ma, mentre nei sistemi monoblocco difficilmente si supera la classe energetica “A”, nei sistemi splittati si arriva alla classe “A+++”.
LA RUMORISITA’
La rumorosità di un climatizzatore è data dal compressore e da un ventilatore, che nei sistemi splittati sono posti nell’unità esterna, e dal ventilatore dell’unità interna.
Nei sistemi monoblocco tutte le apparecchiature (compressore e ventilatore) sono naturalmente poste all’interno dell’unica unità installata nei locali abitati, ed è per questo che si sviluppa un’intensità sonora fatalmente superiore.
I produttori dei sistemi monoblocco hanno sviluppato sistemi di insonorizzazione per ridurre questa fastidiosa componente ma è chiaro che non si potrà raggiungere una uguaglianza prestazionale.
Nell’effettuare un paragone il dato da ricavare dai depliant dei produttori è la potenza sonora che è espressa in decibel (dBA).
Bisogna fare attenzione perché il dato da confrontare è quello della macchina funzionante ovvero con il compressore in funzione e non quello di sola ventilazione.
Per inquadrare le differenze si consideri che la differenza di 1 decibel fra due unità, che apparentemente sembra irrilevante, corrisponde ad un aumento del livello di rumore dell’ordine del 25%.
Per questa motivazione sono da sconsigliarsi le unità monoblocco nei locali dove l’intensità rumorosa è particolarmente percepita come camere, sale di lettura, biblioteche, mentre sicuramente trovano più corretta applicazione nelle zone living e negli uffici.
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